Piantaggine lanciuola

Nome scientifico: Plantago lanceolata L.

Famiglia: Plantaginaceae 

 

MORFOLOGIA 

 

Portamento e dimensioni: pianta perenne, erbacea, specie estremamente polimorfa, con breve e grosso rizoma fibroso e con radici fascicolate, altezza 20÷50 cm.

 

Fusto:  fusto eretto,striato-solcato.

 

Foglie: le foglie in rosetta basale, sono lunghe, diritte, lanceolate, a margine intero o dentato, munite di un breve picciolo, solitamente glabre, ma talora molto pelose. I lembi fogliari sono percorsi da 5 nervature principali parallele, ben marcate.

 

Fiori: all’altezza delle foglie basali spuntano scapi fiorali, coperti di peli irti, afilli, con 5 striature longitudinali, terminano con una spiga ovale o conica, formata da numerosissimi di fiori strettamente appressati l’uno all’altro. I fiori si sviluppano all’altezza delle brattee membranose brune. Il calice è composto di 2 sepali liberi e di 2 saldati, che sono diritti con una nervatura centrale verde. La corolla è tubolare e in forma di imbuto, divisa in lobi lanceolati brunastri. Fiorisce da febbraio a ottobre.

 

Frutti e semi: i frutti sono capsule a deiscenza trasversale, dette pissidi, ovali, minuscole e brune, che contengono 1÷2 semi lucidi con la faccia interna concava.

 

DISTRIBUZIONE E HABITAT

 

Presente in tutta Italia si adatta a tutti i suoli e gli ambienti, generalmente in aree antropizzate, nei prati e nei pascoli, negli incolti, nelle macerie, nei bordi stradali e negli orti. da 0 a 2.000 m.

 

UTILIZZI

 

Pianta antibatterica, espettorante, emostatica, astringente, oftalmica, lenitiva, lassativa, emolliente.

I semi contengono sino al 30% di mucillagine che gonfiandosi nell’intestino, agisce da lassativo decongestionando le mucose irritate; un glucoside, l’anacubina, che stimola la secrezione di acido urico; sostanze battericide, flavonoidi, tannino, vitamine A C K, pectine. Se ne fanno infusi, succhi, decotti. Se ingerita in quantità elevata può provocare stitichezza. Indicata nelle affezioni delle vie respiratorie, nella cura delle affezioni del cavo orale e della gola, nei disturbi gastrici, in caso di punture d’insetti, in caso di congiuntivite, ulcere, ferite e bruciature. Questa pianta è utilizzata e coltivata dall’industria farmaceutica per preparare sciroppi contro la tosse. Per uso esterno, l’infusione, ma anche le foglie fresche debitamente triturate, possono essere impiegate per preparare compresse per le piaghe che cicatrizzano con difficoltà. Il succo può essere impiegato nella preparazione di caramelle efficaci in caso di tosse, fresco è utile se applicato sulle punture delle api.

Gli estratti acquosi hanno proprietà idratanti cutanee, si impiegano in maschere e crema per reidratare le pelli secche e parzialmente disidratate. I semi della pianta sono molto ricercati dagli uccelli, chi ne ha in gabbia, può dare loro da mangiare le spighe. Prima di assumere qualsiasi prodotto di origine vegetale (farmaco o non farmaco) per fini terapeutici o simil-terapeutici, è sempre opportuno rivolgersi preventivamente al proprio medico.

Le foglie giovani, possono essere utilizzate in minima quantità in insalata, nella preparazione di zuppe, oppure cotte come gli spinaci.

Dalla pianta si possono ricavare: amido, fibre e coloranti e concianti.

 

CURIOSITÀ

 

L’aspetto più evidente dell’infiorescenza sono gli stami, lunghi e vibranti, che formano una coroncina che si sposta progressivamente verso l’apice dell’infiorescenza con il progredire della fioritura. Questa peculiarità, come tutto ciò che avviene in natura, non è casuale: gli stami sono lunghi e vibranti perché l’impollinazione è anemogama, avviene cioè tramite il vento. 

La Piantaggine che in passato era anche detta “Erba di Marte”, faceva parte del gruppo delle cosidette piante “magiche” (insieme a Giusquiamo, Belladonna, Mandragora, ecc.) e considerate in stretto rapporto con l’astrologia. Nel “Volo dei sette Ibis”, ad esempio, troviamo la Piantaggine fra le piante magiche dominate dal volo di Marte e perciò legata ai segni dell’Ariete e dello Scorpione.

La pianta, era nel passato, utilizzata da persone appartenenti a questi segni zodiacali che soffrivano di malattie e disturbi negli apparati genitali e proprio allo stretto legame che le veniva attribuito con il pianeta Marte, la si riteneva efficace nella cura delle ferite e nel migliorare la circolazione.

Il suggestivo nome inglese della Plantago,“white man’s foot”= piede dell’uomo bianco, allude ai semi della pianta, che sono stati diffusi ovunque in epoca coloniale, trasportati dagli europei nei risvolti dei pantaloni.

P.lanceolata risulta presente sin da quando le foreste cominciarono ad essere abbattute dai contadini dell’Età della pietra circa 5.000 anni fa. Da analisi compiute sul polline trovato in torbiere e sedimenti lacustri è stato riscontrato come la pianta fiorisse abbondantemente sin da allora.

La Piantaggine può risultare talvolta infestante, infatti la capacità di ricacciare numerosi nuovi getti dalla rosetta basale, le permette di sopravvivere al calpestio del bestiame nei pascoli e alla falciatura dei prati.

Nelle zone in cui si coltivano i meli, è stato osservato che a primavera, P. lanceolata ospita Disaphis plantaginea l’afide grigio del melo, che su questa pianta compie una parte del suo ciclo vitale, per tornare sui meli in autunno.

 

Foto: su licenza gratuita di Saxifraga e Ed Stikvoort, Willem van Kruijsbergen, Jan van der Straaten

Famiglia

Plantaginaceae

Specie

Plantago lanceolata L.

Tipologia

Pianta erbacea

Habitat

Aree antropizzate, Incolti, Prati

Ribwort plantain

 

Scientific Name: Plantago lanceolata L

Family: Plantaginaceae

 

MORPHOLOGY

 

Habit and dimensions: A perennial herbaceous plant, extremely polymorphic, with a short and thick fibrous rhizome and fasciculated roots, reaching a height of 20-50 cm.

 

Stems: Erect stem, striated and furrowed.

 

Leaves: Basal rosette leaves are long, straight, lanceolate, with entire or dentate margins, equipped with a short petiole, usually glabrous, but sometimes very hairy. Leaf lobes are traversed by 5 parallel main veins, well-marked.

 

Flowers: At the height of the basal leaves, floral scapes emerge, covered with stiff hairs, leafless, with 5 longitudinal striations, ending with an oval or conical spike, formed by numerous flowers closely pressed against each other. The flowers develop at the level of the brown membranous bracts. The calyx consists of 2 free sepals and 2 fused ones, which are straight with a green central vein. The corolla is tubular and funnel-shaped, divided into lanceolate-brownish lobes. Blooms from February to October.

 

Fruits and seeds: The fruits are capsules with transverse dehiscence, called achenes, oval, tiny, and brown, containing 1-2 shiny seeds with a concave inner face.

 

DISTRIBUTION AND HABITAT

 

Present throughout Italy, it adapts to all soils and environments, generally in human-altered areas, in meadows and pastures, uncultivated land, rubble, roadsides, and gardens, from 0 to 2,000 m.

 

USE

 

It has antibacterial, expectorant, hemostatic, astringent, ophthalmic, soothing, laxative, and emollient properties. The seeds contain up to 30% mucilage which, when swelling in the intestine, acts as a laxative decongesting irritated mucous membranes; a glucoside, anacubin, which stimulates the secretion of uric acid; bactericidal substances, flavonoids, tannin, vitamins A C K, pectin. Infusions, juices, and decoctions can be made from it. If ingested in large quantities, it can cause constipation. Indicated for respiratory tract infections, for the treatment of oral and throat conditions, gastric disorders, insect bites, conjunctivitis, ulcers, wounds, and burns. This plant is used and cultivated by the pharmaceutical industry to prepare cough syrups. For external use, the infusion, as well as freshly crushed leaves, can be used to prepare compresses for slow-healing wounds. The juice can be used in making effective cough candies, and when fresh, it is useful when applied to bee stings. Aqueous extracts have moisturizing properties on the skin, used in masks and creams to rehydrate dry and partially dehydrated skin. The plant’s seeds are highly sought after by birds; those who have them in cages can feed them the spikes. Before taking any plant-based product (medicinal or non-medicinal) for therapeutic or similar purposes, it is always advisable to consult your doctor beforehand. Young leaves can be used in small quantities in salads, in soup preparation, or cooked like spinach. From the plant, starch, fibers, dyes, and tanning agents can be obtained.

 

INTERESTING FACTS

 

The most noticeable aspect of the inflorescence is the long and vibrant stamens, which form a crown that progressively moves towards the apex of the inflorescence as flowering progresses. This peculiarity, like everything that happens in nature, is not random: the stamens are long and vibrant because pollination is anemogamous, occurring through the wind. Plantain, which in the past was also called “Mars’ Herb,” was part of the group of so-called “magical” plants (together with Henbane, Belladonna, Mandrake, etc.) considered to be closely related to astrology. In the “Flight of the Seven Ibis,” for example, Plantain is found among the magical plants dominated by the flight of Mars and therefore linked to the signs of Aries and Scorpio. The evocative English name of Plantago, “white man’s foot,” alludes to the plant’s seeds, which were spread everywhere during colonial times, carried by Europeans in their trouser folds. P. lanceolata has been present since forests began to be cleared by farmers in the Stone Age about 5,000 years ago. From analyses carried out on pollen found in bogs and lake sediments, it has been found that the plant has flourished abundantly since then. Plantain can sometimes become invasive; its ability to push out numerous new shoots from the basal rosette allows it to survive trampling by livestock in pastures and mowing of meadows. In areas where apple trees are cultivated, it has been observed that in spring, P. lanceolata hosts Disaphis plantaginea, the gray apple aphid, which completes part of its life cycle on this plant before returning to apple trees in autumn.

 

Photo: under the free license of Saxifraga and Ed Stikvoort, Willem van Kruijsbergen, Jan van der Straaten

Famiglia

Plantaginaceae

Specie

Plantago lanceolata L.

Tipologia

Pianta erbacea

Habitat

Aree antropizzate, Incolti, Prati